Un viaggio multisensoriale per assaporare il vero spirito della sagra dell’Uva più antica delle Marche
Cosa significa vivere una degustazione di Verdicchio, il vino più famoso delle Marche, all’interno della Sagra dell’Uva di Cupramontana, considerata la sua Capitale? E’ come fare un tuffo carpiato nel bicchiere, tutti i cinque sensi sono coinvolti e l’atmosfera di festa ti prende e ti porta via.
Che l’analisi organolettica della Sagra e del suo vino abbia inizio…
Udito: il suono del divertimento
Un mix di suoni e parole: chiacchiere di amici che si fondono con risate spontanee, bicchieri che si toccano a ritmi vertiginosi, ballate popolari e stornelli che, nel corso della serata, lasciano spazio ai più grandi pezzi della musica italiana cantati dal vivo e accompagnati dal coro di oltre tre mila persone sotto il palco.
Vista: i colori della creatività
E’ bello osservare il mondo attraverso una lente giallo paglierino-dorata, con riflessi verdolini. Provate a guardare la Sagra dell’uva con il calice di verdicchio che avete davanti agli occhi. Cosa vedete? Io ho visto tanta passione sia dei visitatori che degli organizzatori, tanto calore, colore ed energia. Mesi e mesi di impegno per far sì che tutto sia pronto e perfetto. Il risultato è quell’atmosfera magica, di cui i Carri Allegorici che ogni anno sfilano e sorprendono per creatività e magnificenza, sono il più alto esempio.
Ma quanto lavoro c’è dietro? Non ne avevo idea finché non sono entrata nel laboratorio segreto dei carri e ho visto creature gigantesche e favolose prendere forma. Fiumi di cartapesta, tappeti di polistirolo, marchingegni stranissimi e quintalate di uva venivano manipolate e trasformate dalle sapienti mani di ingegneri, costumisti, grafici, meccanici e creativi. Immaginate la Casa di uno Scienziato Pazzo, moltiplicata all’ennesima potenza: più di 150 persone senza età che cercano l’idea che, mescolata al tema del Verdicchio, li elegga “Sovrani di Cupra” per un giorno e detentori del titolo per un anno.
Olfatto: il profumo del mosto e non solo
L’odore intenso del verdicchio, con sentori fruttati di mela, pesca e ananas gioca a nascondino con i profumi di mosto e ciambelline appena sfornate. Sembra che ogni stand faccia a gara per inebriarti con gli odori della tradizione: cresce di polenta, gnocchi alla papera, tagliatelle al tartufo, bruschette, arrosticini sfrigolanti e cresciole fritte. Sono i sapori genuini e succulenti di quella cucina casereccia che ti riporta dritta dritta sulle tavole delle nonne, e tu non puoi far altro che goderne a pieni polmoni e a quattro ganasce.
Tatto: il contatto con le persone
Dal collo sottile e delicato del calice (degustato all’interno dell’ affascinante MIG, i Musei in Grotta che nascondono tantissime chicche sul vino, la sua storia, le sue etichette e i suoi misteri) all’impugnatura più “ignorante” di un bicchiere di plastica o di una bella bottiglia di Verdicchio (mentre sei seduto, stretto stretto, sulle panche di uno degli innumerevoli stand). Di sicuro sarà quello il primissimo contatto con la festa che avvertirai. Ma poi, c’è il contatto con la gente, gli amici e tutte le persone che come te hanno voglia di divertirsi. E dove lo mettiamo quel desiderio bambinesco di toccare con un dito tutti i festoni cosparsi di chicchi d’uva che vedi in giro per la città?
foto Vincenzo Molaretti
Gusto: il sapore della tradizione
Il Verdicchio é sapido, leggermente acido e si avvertono straordinarie doti di longevità. Il sapore del tempo e della tradizione si sente in bocca come in tutto il contesto della festa. La Sagra dell’Uva di Cupramontana è la più antica sagra delle Marche, la nonna di tutte le sagre, e il consiglio è quello di gustarsela da intenditori: lentamente, a piccoli sorsi, per apprezzarne fino in fondo la storia, la magia e l’unicità.
Edizione numero 86 Sagra dell’Uva di Cupramontana dal 28 settembre al 1 Ottobre Degustazioni in Centro Piazza IV Novembre dalle 19 alle 23.00