Menu creativo con Vista. Si chiama Ginestra in Fiore la nuova gestione dello Storico Ristorante La Ginestra del Parco del Conero. Dalla location alla cucina, tutto rinnovato per offrire quel giusto compromesso tra gourmet e tradizione in uno dei panorami più suggestivi della Riviera del Conero.
Non potevo perdere l’occasione di andare a sbirciare ed assaggiare (quasi in anteprima) le proposte di un ristorante che ha segnato la storia di Sirolo. Da sempre famoso perché si mangiava pesce di qualità a un prezzo più che ragionevole, la storica Ginestra aveva sia un incredibile pregio che un grande difetto: un panorama con una vista spettacolare (senza “scomodare” sinonimi più riduttivi), penalizzato però da una ambiente interno rimasto anni ’80 con poco fascino e più che altro per banchetti e cerimonie.
Dopo un lifting accurato durato tre mesi, come si presenta La Ginestra in Fiore oggi?
Marco Tavoloni, già titolare del Ristorante Bellamare, viaggiatore e sognatore cresciuto tra sala e cucina, si è rivelato un ottimo cicerone per raccontarmi quello che, più che un bel posto dove mangiare, sarà un progetto da vivere dove a vincere (già da subito) é l’atmosfera d’insieme.
L’AMBIENTE, SPAZI VERDI CON IDEE IN FIERI
Del panorama ho già parlato. Ci troviamo all’interno del Parco del Conero, una fuga dal mondo a picco sul mare. Niente da aggiungere, solo da gustare quella sensazione di pace incredibile a contatto con una natura che qui appare particolarmente generosa di scorci e suggestioni. Il verde attorno alla Casa Colonica (la cui struttura originaria risale alla fine dell’800) è stato ripulito e predisposto per ospitare idee: nella parte più pianeggiante ci sarà un orto sia ad uso del ristorante che “noleggiabile” per chi ambisse ad avere un pezzetto di terreno in un posto decisamente speciale. Alle spalle, una boschetto dove si faranno merende e cene a contatto con la natura. E ancora, la terrazza dove a partire dall’ultima settimana di giugno ci sarà la possibilità di gustare un aperitivo con pochi amici, ottimo vino, creativi finger food e buone chiacchiere.
L’INTERNO, UNA RIVOLUZIONE GREEN
Essenzialità, grande spazio tra un tavolo e l’altro, mise and place raffinata nella sua semplicità, tinte e materiali naturali, pochissimi elementi d’arredo ma originali come la parete divisoria con una cascata di corde e vasi o quella di messaggi in bottiglia. E’ nello spazio interno che si è attuata la più grande rivoluzione. Una stanza ariosa che dialoga con la natura grazie alle grandi vetrate e alla porta d’ingresso che, invece di chiudere e dividere, crea una sorta di corridoio naturale tra dentro e fuori. A rafforzare l’idea di “contatto” una bella cucina a vista non invasiva, dove guardare un team ben organizzato e coordinato dallo chef Luca Sancricca.
IL MENU’: COSA ORDINARE?
Piace il km zero, piacciono le contaminazioni. La Ginestra in Fiore propone un menù intelligente e creativo ma senza esagerare. Niente di estremo, i sapori sono tutti riconoscibili e territoriali. Qualche viaggio c’è: una preparazione fuori dai confini marchigiani oppure alcuni ingredienti più internazionali e esotici, ma sempre ben bilanciati da tipicità locali con cui si ha più confidenza. Il menu degustazione che darà un’ impronta al ristorante è ancora in via di definizione e nell’attesa ho chiesto comunque di assaggiare i piatti più caratterizzanti. Intanto il mio consiglio è di mettersi comodi, abbandonare la fretta, approfittare del cestino del pane per un furtivo assaggino della mini brioche al carbone ripiena di baccalà servita calda, ordinare una buona bottiglia di vino (nel mio caso Clochard La Calcinara) e lasciarsi viziare… (e qui con le attenzioni non lesinano affatto!).
GLI ANTIPASTI
Oh Povero sgombro! Per me che amo il pesce azzurro è stata solo una riconferma: buono così gratinato su un letto di rucolina selavatica reso particolarmente fresco dalle note agrumate dell’arancia. A noi poi la scelta se intingerlo in un pesto leggero (e per mia fortuna poco agliato) o in un’ ancora più delicata mousse di burrata. Occhio all’originale forma del piatto dell’ entrée: carina a vedersi ma la patacca sulla tovaglia é assicurata! Si continua con un’ insalata di seppia Estiva, il mio antipasto preferito: la seppia cotta a bassa temperatura si scioglie in bocca e trova nel dialogo coi due verdi: zucchine marinate in timo e limone alla julienne e crema di piselli, la sua massima esaltazione. Bel piatto, consigliatissimo! E per finire capesante arrostite col mais protagonista di molteplici e curiose varianti: una panatura golosa, una spuma dolciastra, e pop corn veri e propri. Piatto divertente con cui, nonostante non ami particolarmente il mais, mi é piaciuto giocare! Buona la nota fresca degli spinaci novelli a smorzare la dolcezza generale del piatto.
I PRIMI FATTI IN CASA
La Ginestra in Fiore è orgogliosa dei suoi primi e con Marco c’è poco da discutere, quindi alla fine ne ho assaggiati ben tre. Direttamente dalle Langhe ci portiamo a “giocare in trasferta” il raviolo del plin, che significa in dialetto piemontese pizzicotto proprio ad alludere al metodo di chiusura della pasta. La versione burro e salvia è sostituita e “marchigianalizzata” con paccasassi zafferano e vongole. Un condimento assolutamente delicato che lascia protagonista la farcia di gallinella del raviolo. Ordinare la grigia di mare è un goal a porta vuota, non si sbaglia: passatelli con coda di rospo, guanciale croccante e carciofi, possono non piacere? E’ anche vero che la scuola di pensiero di chi vuole il passatello morbido non amerà questo tipo di consistenza un po’ più “tostarella”, io invece avrei osato solo un po’ di più con le scorzette di limone grattugiato che adoro sentire. E anche i vegetariani alla Ginestra in Fiore troveranno sfizi per il loro palato con diverse proposte a loro dedicate. Scordate piatti rimediati: il menù vegetariano è creativo e i ravioli al ripieno di carciofi alla romana con fave al finochietto e fonduta di pecorino, lo hanno abbondantemente dimostrato.
VADO IN BIANCO…CON COCCOLE FINALI
Finisco in Bianco! Trancio di baccalà al fruit passion, bottarga di muggine in salsa e agretti piccanti: interessante il gioco dolce -sapido- piccante. E, ultimi ma non ultimi: mini bon bon e Digestivo Bianco, ideale per una mezza stagione quando i dessert super cioccolatosi dal cuore caldo sono ormai superati ma non si è ancora pronti per estive golosità a base di frutta, lime e menta. Questo semifreddo al cioccolato bianco con una nota alcolica di varnelli, crema cicorè e croccante al sesamo, riappacifica col mondo.
E se è vero come dice Alberoni che:
“Il reale innamoramento è caratterizzato da un continuo scoprire aspetti nuovi e stupefacenti in un succedersi di “colpi di fulmine”.
In posti che hanno molto da raccontare, non ci si deve accontentare di una sola visita. Tornerò …
La Ginestra in Fiore Via Monte Conero, 14, Sirolo AN