Maria Vittoria Griffoni, jesina doc, dopo la scuola alberghiera vive e lavora un anno a Sidney, poi segue suo fratello pilota di elicotteri in Texas e infine torna a Jesi e “per caso” (e per passaparola) diventa LA CHEFFA ufficiale e personale di Lorenzo Jovanotti in tour.
Trent’ anni, occhi super espressivi e sorridenti che fanno rimpiangere solo a metà quel sorriso purtroppo celato dietro la mascherina. Ci siamo incontrate proprio a Jesi in un sabato qualunque da Pepe Nero, il negozio di abbigliamento con laboratorio di cucina che Maria Vittoria gestisce con sua madre. Ma il suo destino è pronto a rimescolare le carte e già ha nuovi progetti in testa.
Una testa riccia, rossa e piena di idee quella di Maria Vittoria. Con lei ci si parla bene e di qualsiasi cosa. Mi racconta di quando ha iniziato a essere scherzosamente per tutti “La Cheffa”: era il 2015 proprio in uno dei primi tour con Lorenzo quando i ragazzi dello staff le hanno affettuosamente assegnato questo soprannome che lei si è tatuato addosso con orgoglio e autoironia. Mi spiega cosa significa seguire i tour per mesi e cosa rende felice Lorenzo a tavola: chili di noci pecan e mango, tanto pesce solo freschissimo, zero carne, e tutto mooolto semplice, bilanciato, biologico e apparecchiato rigorosamente allo stesso modo.
LA CHEFFA, PEPE NERO E IL SUO STILE
QUAL E’ LA SUA IDEA DI CUCINA E DI LOCALE?
Più o meno quella che ha applicato a Pepe Nero: molto easy&friendly, con una insolita mise en place consegnata al tavolo per potersi apparecchiare da soli, corredata di condimenti monodose selezionati con cura e una decina di proposte del giorno ( sane e golose) da mixare a scelta e possibilmente da mangiare con le mani.
È lei che cucina è lei che porta a tavola. Se vogliamo proprio etichettare Pepe Nero è un Fast food un po’ gourmet senza esagerare, sicuramente inusuale. Hamburger veg, superbowl orientali, piatti poveri come la pasta e fagioli o gli gnocchi al ragù della tradizione ( “stravolti ” peró da un effetto wow: sugo classico ma nascosto al loro interno), convivono tranquillamente in uno stesso menú scritto su un foglietto che cambia ogni giorno.
Riflettendoci, Pepe Nero sembra un posto più milanese e nordico che marchigiano: tavoli tutti diversi, scaffali pieni di oggetti curiosi da acquistare e in generale un luogo informale, easy-chic, dove sedersi per un pranzo veloce ma assolutamente divertente.
MENU’ DEGUSTAZIONE: E’ ORA DI ASSAGGIARE…
Ho lasciato a Maria Vittoria carta bianca: chi d’altra parte meglio di una chef a domicilio può pensare a un menù- aperitivo tailor made? E già dopo il primo morso alla entrèe, Crescia di polenta con tonno porchettato addolcito da salsa di mela, ho capito che sarei partita per un bel viaggio. E come compagno di avventure ho scelto di portare con me il verdicchio Andrea Felici, una certezza per tutti noi marchigiani.
PIATTI SUL PODIO
Seppioline rosse con crema di bufala, limone e liquirizia.
Una proposta food-erotica da Maga Circe: ammaliante sia per il colore che per il gioco di consistenze. La seppia cotta a bassa temperatura e lavorata con estratto di rapa rossa, per sua natura leggermente gommosa, si lascia avvolgere dalla cremosità della bufala. In bocca sprigiona tutta la sua freschezza accentuata dal sentore agrumato di limone.
Pizza di formaggio con alici di Cetara, puntarelle, lamponi, gel di yuzo e uvette.
L’incarnazione perfetta della mia idea di golosità e goduria. La base di torta al formaggio calda, morbida e crunchy, fa viaggiare la mente tra ricordi di pic-nic all’aria aperta; poi improvvisamente ti tuffi nel mare con la forte salinità dell’alice, torni nei prati con l’amarognolo delle puntarelle e infine ti perdi nei boschi tra il dolce dell’uvetta e dei lamponi. E il sentore agrumato e orientaleggiante di yuzo ti conquista definitivamente.
Crostatina di riso nero con crema di bufala e piccole sfere di rapa, mango e carote.
Un piatto quasi da centro tavola, oggettivamente figo, che esalterebbe gli instagrammer di tutto il mondo e che per un attimo (ma solo un attimo) sembra un peccato mangiare. La crostata fatta con una brisèe di farina ottenuta dal riso venere frullato, restituisce un effetto leggermente sabbioso in bocca. Non disturba anzi diverte e movimenta col suo scricchiolio la dolce cremosità della bufala. Le sfere vegetali sono un viaggio nella freschezza, un buoquet di colori e sapori che mordicchi di gusto.
Alla fine del pranzo, dopo il caffè e il fantasmagorico biscottino di cioccolato e sale, io e Vittoria ci siamo lasciate con un promessa: mi verrà a trovare a Sirolo in sella alla sua moto consegnandomi di persona uno dei suoi delivery – box che presto metteranno le ali e gireranno il mondo.