Fermentando sotto le Stelle: l’evoluzione del pane, della piada e della pizza al profumo di brace.
Pane, pizza e piada accarezzate dalle mani esperte di uno straordinario mastro pizzaiolo (Luca Pezzetta, direttamente da Roma, braccio destro di Gabriele Bonci e uno dei massimi esponenti dell’arte bianca e della pizza in pala gourmet) e da quelle delicate ma sicure di una curiosa sperimentatrice (Manuela Pantaloni titolare insieme a Marco e Mario dello Zero733, una piadineria di Civitanova che sa pensare in grande e agire di conseguenza), assumono forme inedite. Fermentando arrivano a toccare una stella (Errico Recanati, tra i più rinomati chef della cucina marchigiana, figura che racchiude certezza, tradizione, professionalità ma anche curiosità e voglia di giocare ), capace di illuminare col guizzo del genio la serata. La triade è pura energia. Ne escono fuoco, braci e fiamme (l’affumicatura è un must e un segno distintivo del ristorante Andreina da sempre). Il mix di impasti e consistenze prende forme originali e sapori mai scontati. Provvidenzialmente viene trasportato da un fiume di birra dalle imprevedibili correnti e sfumature (Birra del Borgo, oltre 40 etichette che non si accontentano di piacere ma vogliono stupire in un percorso tra creatività e inquietudine in linea con il mondo della fermentazione spontanea cui si fanno ambiziosamente portavoce), splendidamente raccontato da un abile menestrello Alfredo Colangelo. Il bel salone del Ristorante Andreina, fa da sfondo ideale per quella che si prospetta come una serata che non si dimentica. Un’ intera corte è pronta ad essere deliziata. Magia, tecnica e maestria incantano il Reame. E, assaggio dopo assaggio, tutti i commensali vissero più felici e contenti.
Il banchetto prevedeva 8 sublimi, originali ed alchemiche portate. Accompagnate ed esaltate da 4 birre in degustazione che partivano da un equilibrato “equilibrista ” e si spingevano verso tentazioni sempre più “complesse e maledette”. Tutte le proposte risultavano regali nel gusto e nel piacere, ma assolutamente giocate e giocose nella presentazione. L’alto si intreccia con il basso, la stella dialoga con la strada, e tutto si svolge in un divertente scenario un po’ chic e un po’ informale, dove mangiare con le mani è non solo concesso ma anche auspicato (niente forchette a tavola!). E allora si dia inizio alle danze ed ecco IL MIO PERSONALE PODIO dei 3 MIGLIORI FERMO-IMMAGINE della serata
NUMERO TRE : LA TAVOLATA DEI “Socializzanti”
Un brindisi alla tavolata di amici FoodLovers, food Blogger o chiamateli come volete che, tra lo sbalordito e il soddisfatto, hanno fotografato, commentato , “socializzato” e condiviso così tanto da mangiare tutto ovviamente, tremendamente e meritatamente freddo.
NUMERO DUE: I PROFUMI, I GESTI, L’ISTINTO E L’ ATMOSFERA
L’odore della brace, l’abilità delle mani esperte che toccavano, aggiungevano, spostavano, giravano, affumicavano in un vortice di fumo e magia. E quel mangiare con le mani ogni singolo piatto, in un gesto istintivo e finalmente piacevolmente legalizzato.
NUMERO UNO: L’ EFFETTO WOW!
I piatti sono stati un susseguirsi di maestria, arte, tecnica e creatività. Ma su tutti la teglia romana con lieviti di birra esausti grondante di maionese all’ostrica e la pancia di maiale in crosta di pane, sono stati il perfetto riassunto della serata. In quella pancia profumata di erbe aromatiche la morbidezza incontrava la croccantezza, il rustico diventava raffinato, e si addolciva ed edulcorava nei sapori fruttati di primavera. L’effetto a sorpresa restava celato nella più semplice delle forme ma, una volta aperta, diventava un’esplosione di stupore e piacere.