Gusto&Sport sui Monti Sibillini: 3 Tappe per scoprire Amandola e dintorni
Ci sarebbero volute almeno 48 ore per vivere Amandola e i suoi bellissimi dintorni con un approccio “slow” come avrebbe meritato. Ma anche con il piede sull’acceleratore e il fiato corto, sono riuscita a godere di tutte le esperienze che la zona può offrire. Una giornata di pura “MARCHETERAPIA” che mi ha rigenerato, coinvolgendo e deliziando tutti i sensi. E visto che il tempo è tiranno non solo per me, ecco una serie di dritte e consigli per trascorrere una giornata al top ad Amandola tra natura e tartufo, e naturalmente fra gusto e passione! Partiamo…
1. IL CENTRO STORICO DI AMANDOLA: tra curiosità e consigli
Oltrepassato il bellissimo arco di Porta San Giacomo si entra nella vivace Piazza Risorgimento dove vi consiglio di andare dritti all’Ufficio Turistico. Qui troverete mappe della città, informazioni, grande disponibilità e soprattutto la I AMandola tourism Card, una carta di Benvenuto che omaggia ogni visitatore di una piccola pausa di piacere: caffé + brioche/ gelato artigianale ( è famoso per essere particolarmente buono!) o calice di vino e tagliere del territorio. L’omaggio viene offerto dal Comune in accordo con alcuni bar / enoteche del centro e risulta originale e particolarmente gradito.
il Museo del Paesaggio nella Ex Chiesa La Collegiata
Il secondo consiglio è di andare a visitare la ex chiesa La Colleggiata che ospita il Museo del Paesaggio. Avere una buona guida ( la nostra era Giorgio Tassi il curatore delle immagini fotografiche sui Sibillini all’interno del museo stesso) è un valido aiuto oltre che un modo per scoprire alcune curiosità. Sapevate che gli amandolesi sono chiamati “i Paniccià” perché da sempre esperti nella tintura delle stoffe? Ecco così spiegata l’origine del nome del famoso Carnevale di Amandola! Comunque anche in autonomia il piccolo museo si gira benissimo ed è l’ideale per avere un’ infarnatura sulla flora, fauna e le attività di quella che è considerata la Regina dei Sibillini. La cosa che mi è piaciuta di più? Il museo è interattivo e multisensoriale: si ascoltano suoni, si annusano i profumi della natura e si puó toccare quasi tutto, per la gioia di grandi e bambini. Il piano superiore è invece dedicato all’Arte con una raccolta permanente di opere scampate al terremoto. La cosa carina è che capita spesso di trovare restauratori di dipinti al lavoro ( il Laboratorio di Restauro è in collaborazione con l’Universitá degli Studi di Camerino e di Urbino). E farsi raccontare la storia di un quadro direttamente da chi lo sta rimettendo a nuovo non ha prezzo.
Piazza Alta e la Veduta dei Monti Sibillini
Mi raccomando non andate via dal centro di Amandola senza aver scarpinato per raggiungere Piazza Alta dove, oltre al Torrione del Podestà, la tradizione vuole si trovasse il grande mandorlo origine del nome ed emblema della città. Da lì è obbligatorio scattare una foto ai Sibillini: il paesaggio è da cartolina!
2. PRANZO A BASE DI TARTUFO: tra gusto e relax
Non si può dire di vivere in pieno Amandola senza fare un’esperienza al sapore di tartufo. Tante sono le sagre che ( Covid a parte ) si susseguono ogni anno in città. La più famosa è sicuramente Diamanti a Tavola dedicata al nero pregiato ( Marzo) e al bianco dei Sibillini ( inizio Novembre) che coinvolgono ogni anno i migliori chef marchigiani insieme a quelli di fama internazionale del calibro di Bottura. L’estate invece è il periodo del tartufo estivo che, anche se meno pregiato, quest’anno sembra essere particolarmente abbondante e profumato. Se non c’è una sagra in corso potete sempre informarvi su alcuni Ristoranti dove trovare piatti a base di tartufo, più o meno tradizionali.
Agriturismo Madonna di Piana _ Amandola
L’Agriturismo Madonna di Piana è una buona meta per assaggiare la cucina del territorio. Fuori dal centro, immerso nel verde della vallata con vista panoramica sui Sibillini è il posto ideale per rifocillarsi davanti a un buon calice di Pecorino o Rosso Piceno. Qui sono numerose le specialità al tartufo, dalla semplice frittata con tartufo e porcini alle tipiche fregnacce che vanno assolutamente ordinate. Di cosa si tratta? La Sfoglia delle lasagne viene arrotolata in una sorta di cannellone senza ripieno: di qui il nome fregnacce come “fregature”. Vengono ricoperte di una montagna di tartufo, burro e formaggio (e di certo qui con le grattate di nero estivo non si lesina!). Un consiglio: non andate via dal Ristorante senza aver assaggiato una fetta del pecorino di loro produzione (i proprietari hanno per metà origini sarde e possiedono un centinaio di pecore) e i cantucci alle mandorle con un po’ di Mirto ( non è tipico marchigiano ma decisamente merita!)
3. VERSO IL LAGO DI SAN RUFFINO: tra Sport e Natura
La sontuosa mangiata va ora “digerita” con un po’ di moto. Decidiamo di provarci con una bella pedalata (assistita però). Grazie al Bici Club Sibillini diverse sono le possibilità per scoprire in sella ad una e-bike i vari sentieri, incantevoli Borghi e bei panorami della zona. I percorsi presentano diversi livelli di difficoltà in modo da risultare adatti ad ogni tipo di cicloturista. Dalla lezione per principianti alle notturne per i più esperti, ai percorsi goderecci tra produttori locali e degustazione di prodotti tipici. Una sorta di via crucis ma di sole delizie con diverse tappe tra aziende agricole e caseifici. Le escursioni sono innumerevoli e offrono la sicurezza di guide esperte, assistenza e tutta l’attrezzatura per vivere un’esperienza davvero indimenticabile. Noi, col salame di cioccolato ancora in circolo, abbiamo optato per un percorso semplice ma comunque panoramico fino al Lago di San Ruffino nel Comune di Monte San Martino.
Alla scoperta del Lago di San Ruffino
Tra campi di grano e di girasoli, lungo il fiume Tenna su un strada sterrata che rendeva il tutto più adrenalico, siamo sbucati sulle rive del bel lago artificiale. Qui le possibilità di noleggio offerte dalla San Ruffino Canoe sono diverse: barca a remi, canoe e kayak, pedaló e anche sup a partire da 10 euro. La pagaiata in canoa al tramonto mi ha regalato una sensazione di grande pace oltre che delle simpatiche curiosità. Ho scoperto ad esempio che la grande diga che forma il lago di San Ruffino ogni anno in autunno viene aperta, così l’acqua scompare, di qui il nome anche di “lago Fantasma”. Una volta rientrata sulla terraferma e ormai completamente rilassata, il mio Karma dice che è proprio il momento ideale per fare una lezione di yoga. L’immenso prato sulle sponde del lago si rivela lo scenario perfetto per una pratica. L’odore della citronella, la dolce voce dell’insegnante Giulia (Giulia Del Balzi – Dance & Yoga, ideatrice dello yoga itinerante) la leggera brezza sul viso, le macchie color pastello che tingono il cielo e le zanzare che ci hanno miracolosamente risparmiato, tutto ha contribuito a svuotare definitivamente la mente e poi disegnarla di paesaggi spettacolari da mettere nello zainetto e portare a casa con me.
A questo scenario fiabesco che pareva disegnato dalla fantasia di un bambino, mancava solo un’ultima cosa per rendere felice una foodblogger ( e anche la sua compagna di avventure più spirituale Viaggio AnimaMente). Ma il nostro desiderio non ha tardato a realizzarsi. L’aperitivo al tramonto offerto dall’Osteria del Lago, è stato l’immancabile happy end di una giornata così ricca di avventure da sembrare quasi doppia. E sia che scegliate un calice di rosso Piceno o un “modaiolo Spritz” (che con i 40 gradi percepiti ci stava tutto), il ricco tagliere con i pecorini dei Sibillini in diverse stagionature, la crescia con il prosciutto nostrano e le olive all’ascolana calde calde non vi deluderanno. Il Brindisi è tanto scontato quanto spontaneo:
Alle nostre Belle Marche, a chi ci vive e a chi le sceglie solo come destinazione vacanziera; a chi le deve ancora scoprire e a chi come me, pensa di conoscerle bene e invece ogni volta ne resta sorpreso. Grazie #Destinazionemarche per questo affascinante Blog-Tour!