Perdersi tra vicoletti e viuzze per ritrovarsi  nel cuore  del centro storico. Signore te ne Ringrazi a Montecosaro e La Degusteria del Gigante a San Benedetto del Tronto raccontano nei menù la tradizione marchigiana, con la schiettezza di chi in questi posti ci è nato e vissuto e con la gentilezza e il rispetto di chi li ama.

ristoranti marche

Se è vero che le Marche sono una regione ricca di storia, con piccoli borghi pieni di poesia, è altrettanto vero che si mangia genuino, senza tanti fronzoli e con una veracità tipicamente marchigiana, non solo in trattoria ma anche in ristoranti più ricercati.

Se si vuole Pranzare in pieno centro storico, ecco dove andare

Signore Te ne Ringrazi e La Degustoeria del Gigante hanno qualcosa che li accomuna (oltre al nome originale):   entrambi mi hanno guidato in  un viaggio di sapori, alla riscoperta della tradizione, delle tavole della domenica, della semplicità di una volta, di quei piatti della nonna che facevano “Casa”.   Il tutto accompagnato da una sapiente ricerca di materie prime di qualità, equilibrio e cura dei dettagli.

Signore te ne Ringrazi

Signore Te ne Ringrazi è un ristorante “Come Dio Comanda”, cioè con tutti quei piccoli accorgimenti che ti fanno ricordare in ogni momento che hai scelto bene.

Cosa mi è piaciuto?

Il campanello da suonare per entrare, quasi fosse una casa di amici che ti stanno aspettando a pranzo;  Il locale che più che un ristorante sembra uno studio di architettura o uno spazio della Triennale pronto ad accogliere una mostra di arte contemporanea; il non apparecchiato, la scelta del senza tovaglia era coerente con lo stile “nudo” del locale: grandi spazi, pochi oggetti. Le volte in mattoncini (chi potrebbe non apprezzarle?); la cucina a vista che ha sempre il suo fascino (anche se nel mio caso è coinvolgente a tal punto da considerare poco gli altri commensali); il menu da leggere, che racconta “il dietro le quinte”, la storia dello chef, del locale e del territorio, che ti fa conoscere i particolari della cucina, che consiglia come approcciare ai piatti; il senso di relax, non è un ristorante frettoloso, nessuno corre, l’attesa fa parte del pacchetto e offre il tempo di apprezzare il piacere di stare a tavola; l’invito a mangiare con le mani e condividere alcuni piatti : “Per chi vuole sentirsi a casa, vuole sporcarsi le mani e vivere e condividere la propria golosità senza compromessi” ; il ritorno alla natura, agli ingredienti poveri (ortaggi e erbe di campo), perchè (in cucina come nella vita) partire dal basso è più difficile ma sicuramente più gratificante.

Il piatto che va assolutamente assaggiato? 

arrabbiata di erbe_signore te ne ringrazi

Spaghetti all’arrabbiata di erbe perché sono un tripudio di odori e sapori:  quel sugo di pomodoro giallo che sa d’estate è quasi commovente e quel viaggio-climax tra erbe dal gusto sempre più pungente  ( rucola, foglia di pepe, crescione di acqua dolce, senape, nasturzio, artemisia  e assenzio) da masticare lentamente , è davvero coinvolgente. Un piatto quasi “allucinogeno” per  l’effetto che permane nel tempo, anche dopo l’ultimo boccone di zenzero grattuggiato a pulire la bocca da tanta esplosione di gusto.

La Degusteria del Gigante

Degusteria del Gigante _Ristorante

La Degusteria del Gigante è un piccolo locale nel centro di San Benedetto del Tronto, dove oltre ai piatti si assapora il piacere di sentirsi coccolati. Sigismondo Gaetani è un perfetto padrone di casa e Sabrina Tuzi in cucina è più che una garanzia, e infondo tutti noi ospiti siamo felici di lasciarci viziare. Nota di merito al piatto del pane: un piccolo scrigno delle  meraviglie dove ognuno può “pescare e spilluccare” quello con  la forma, la spezia, la consistenza o il colore che lo intriga di più…

Se dovessi scegliere tre piatti consiglierei

  • Il giardino zen perchè il gioco di colori e consistenze mi ha convinto e conquistato: una terra croccante ai funghi porcini e tartufo, topinanbur arrostito, crema di patate alla cenere, spugna al muschio, erbe spontanee e germogli. Zen probabilmente perchè trova l’ equilibrio perfetto.
  • Il coniglio in porchetta perché dal primo all’ultimo morso ha rappresentato perfettamente la mia idea di “Succulento”
  • Zuppetta Melograno, rapa e cioccolato, un  dessert che nell’aspetto non mi faceva impazzire (soprattutto per il colore fluo) che  invece al gusto si è rivelato godurioso, voluttuoso e intrigante nella sua originalità.

Il tutto è stato accompagnato da un’ ottima cantina e da un graditissimo Happy End: lecca lecca al passion fruit e pepe nero per la felicità di grandi e bambini.

 

Non esiste nulla che non possa essere risolto con un sorriso e un buon pranzo.
(Anonimo)