Showcooking nel Laboratorio di una storica Pasticceria marchigiana
Ho un invito speciale per uno Showcooking al Laboratorio della storica Pasticceria delle Rose di San Benedetto. Come suona Bene.
Il nome è quello romantico di una pasticceria senza tempo, un po’ da Casa delle Bambole.
Non so bene cosa aspettarmi e soprattutto non so quale sarà la creazione che andrò a vedere. La curiosità è femmina e mai attesa fu più dolce.
In realtà sono un soggetto un po’anomalo in campo dolciario. Mi piacciono i dolci da forno, quelli semplici e panosi da colazione, quattro ingredienti per una crostata o un ciambellone da inzuppo che per me sono il massimo della goduria.
Ma l’occhio vuole la sua parte ed il mio è sicuramente più esigente del palato, così sono una fan virtuale dell’alta pasticceria e delle “torte WOW”; Davvero Potrei fissare ore ed ore chi con sac a poche e creme di ogni sorta crea strati di straordinaria fantasia (quelli che non mangio ma ammiro).
Entro nel laboratorio con l’emozione di una giovane scolaretta inesperta alla sua prima lezione o meglio ripetizione di pasticceria, visto che la mia manualità (mea culpa) si ferma a come digitare il canale di “Bake Off” sul telecomando.
Costantino, 33 anni di esperienza alle spalle, è il mio Maestro di oggi. E’ sua la Paticceria delle Rose e la gestisce con Roberto, il suo socio. Costantino è conosciuto in tutto San Benedetto e dintorni come il Re della Millefoglie, il difensore del Burro e il sostenitore della Pasta Madre e della tradizione. Il Laboratorio è il suo regno, e si vede. Finalmente scopro la preparazione di oggi: una serie di bignè che verranno riempiti di chantilly, inzuppati nel cacao e che andranno a comporre un grande Profiteroles anni 90′.
“Mettete dell’acqua con lo zucchero sul fuoco, intanto prendete del burro mescolatelo con la crema al cacao e lentamente incorporate le uova…”
Inizio a seguire i vari passaggi, ma già dopo il primo penso di essermi irrimediabilmente persa.
Quello che cattura la mia attenzione è la sicurezza di Costantino. Non riesco a staccare gli occhi dalle sue mani. Mani che mescolano, versano, miscelano, aggiungono, sbattono energicamnte per poi arrestarsi, riempire, infornare. Mani precise, veloci, puntigliose, esperte che raccontano microstorie: “come fare la glassa”, “Come fare l’impasto dei bignè”, “Come fare la chantilly”. E intanto che la Macro-Storia prende forma, è il profumo a rapirmi. Un odore così intenso e persistente di burro che fa viaggiare la mia fantasia tra gli Champs – Elysées e un salottino inglese dove i digestive vengono delicatamente inzuppati nel thè delle cinque.
E come tutte le migliori favole hanno l’HAPPY END, questo non poteva essere più dolce:
una montagna di bigné ripieni di chantilly, grondanti di cioccolato che vanno a comporre un golosissimo profiterole vintage anni ’80. Di quelli che da bambina iniziavo con l’inzupparci un dito, leccarlo con avidità, per poi tuffarmici dentro senza indugi e senza remore. Di quelli invece che oggi mi limito a guardare dietro a una vetrina, con occhio curioso e frenato da sensi di colpa.
Adesso però che sono qui vale la regola “Tutto è lecito!”. Oggi quel bignè è la mia madeleine: mordo la glassa di cioccolato che si mescola all’esplosione di chantilly e mi ricordo di quando la mia vita aveva un pizzico di dolcezza in più.